Superficialità

  • 09 / 09 / 2022 200 Views

Roma - L’avvento dei Sindacati nell’Arma dei Carabinieri è stato accolto come un positivo elemento di novità che segna il passo ai cambiamenti epocali che hanno caratterizzato la nostra Istituzione. Ma qual è davvero il ruolo di questi organismi all’interno di una Amministrazione ultrasecolare quale è la Benemerita? Certamente quello di costruire una sinergia fruttuosa ed efficace, finalizzata, esclusivamente, a efficientare sempre più i meccanismi che regolano il funzionamento di questa imponente macchina della legalità. Ecco appunto, una sinergia fruttuosa che miri a migliorare il sistema Arma, a renderlo più efficace, non lesinando di prestare la dovuta attenzione alle condizioni del personale dipendente, di ogni ordine e grado. A tal proposito, è d’obbligo una riflessione: siamo così certi che per meglio lumeggiare una asserita “criticità” lamentata da una determinata categoria, sia necessario demonizzarne un’altra? Crediamo davvero che sbattere sulla pagina di un comunicato i nomi di colleghi, qualsiasi sia il loro ruolo di appartenenza, renda più nitida l’idea della problematica rappresentata? Ebbene cari colleghi, quando si parla di profili di impiego, circolari e direttive ad essi correlate, non si può certo prescindere dal considerare il fatto che, chi è preposto al vaglio di una posizione di impiego, è tenuto a considerare molteplici fattori dai quali non è possibile prescindere. Operare confronti, senza conoscere nel dettaglio fatti e situazioni, resta un’attività fine a sé stessa, financo sterile, rispetto al fine che ogni organismo sindacale deve perseguire, ovvero contribuire a migliorare il benessere dell’uomo o donna carabiniere attraverso la macchina amministrativa istituzionale. La materia del personale è assai delicata e, spesso, rifugge a rigidi schemi, non certo per favorire un bieco clientelismo, ma semplicemente perché necessita di scelte oculate da parte dei Comandanti ai vari livelli, che non possono non operare precise valutazioni delle esigenze di servizio, per mantenere elevati gli standard di efficacia Istituzionale e di quelle personali/familiari del personale dipendente. È innegabile che l’impegno dell’Amministrazione, in questo senso, travalica i ruoli ed i gradi, a favore di una politica che dovrebbe essere di sensibile attenzione nei confronti del personale. Occorre ora chiedersi se l’autore o gli autori di comunicati oggetto della presente disamina, prima di scrivere dei nomi, potendo minare irrimediabilmente la credibilità e la professionalità di quei colleghi, abbia riscontrato quello che qualche anonima fonte gli avrà suggerito, sul suo tavolo di lavoro.

Si può, per esempio, non considerare che, in presenza di determinate esigenze, le possibilità di reimpiego per i colleghi Sottufficiali/Appuntati/Carabinieri, anche in sedi viciniore, sono di gran lunga più fattibili rispetto a quelle riservate agli Ufficiali? A parere di chi scrive, sbattere tra le righe di un comunicato, in spregio alle norme sulla tutela della privacy, i nomi di colleghi, non si rivela certo una strategia vincente per riaccendere i riflettori sull’annosa problematica della lunga permanenza, bensì appare finalizzato a montare una sterile polemica sulle politiche di impiego adottate dalla nostra Istituzione. Val giusto la pena di accennare, a riprova dell’intento strumentale dello scritto, che uno dei colleghi citati ricopre, attualmente, la carica di Segretario Regionale di questo Sindacato e, per norma, non dovrebbe essere soggetto a trasferimenti per l’intera durata del mandato. Non si può pensare di “risolvere” un problema innescando inutili e dannosi meccanismi di rivalsa tra ruoli, che non si rivelano certo risolutori. Infine, l’autore di quel comunicato non ha tenuto in considerazione, anche solo per un istante, che tra i quattro colleghi ci possa essere qualcuno con gravi problematiche familiari e che leggere quello scritto può essere stato ulteriormente avvilente? Signori, ricordiamo che il rispetto, prima di tutto, deve regolare l’agire umano e, ancor di più, ciò vale per chi ricopre ruoli di rappresentanza e di tutela per le categorie che rappresentano.

Siamo sicuri che sindacare con spirito di rivalsa, per chissà quali ragioni, a costo di umiliare persone che già di per sé convivono con disagi personali, sia la strada giusta?

Il SIM Carabinieri, contrario da sempre a trasferimenti di massa, come per i Comandanti di Stazione e i reparti speciali, invita taluni a vedere oltre il proprio naso, facendo distinzione tra chi realmente deve essere movimentato e chi non può e non deve essere movimentato da una circolare, disposizione o regola che va contro quel diritto inviolabile, nel segno della dignità integrale della persona senza doversi giustificare, per il sol fatto di assistere un familiare con gravi problemi.

 

Il Presidente Giuseppe Bonadonna

SIM CARABINIERI 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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